2/5/08

fattoria montellori - italian

(translated by theresia prammer)
*

motto scandendo, ma qui tacer nol posso,

così uscire da se stesso,

*

torre

e

cupola,

*

non come questa rocca era lì gettata

non come me, mentale, come

*

gamba,

pietra

e metallo

*

per questi sensi sì incisi nella carne,

nel fondo intrecciati che sostiene

*

nel cerchio

mi immagino

colori.

*

perspectivae del monte chiamò, formato a partire dal

nome, pensato non, libero dalla frase, dal

*

fondo,

punto di fuga,

ghianda, cupola,

statica, grammatica, il loro profilo,

contorni, lame croci, torre, il loro crollare,

*

linee

tracciate lanciate

nel caduco

me stesso,

lumi,

mi

*

scalfiscimi te, esso, così nella memoria, scogliera, come

*

il rotondo rilievo,

non in contanti, perché non è il piano a cui tocca

determinarlo,

*

sempre più ovale si scosta, alla retta del profilo,

corazza di vetro, il terreno freddo, nero,

*

ogni parola univoca

dopo il suo tour, definizione,

chiusura circolare, sciatta riproduzione,

*

cartacea, prima vista vera, come quella dei contorni nitidi di sandro

altrimenti, non come nel pressappoco del

*

duo oculare, asta

dell’autentica

coordinata cartesiana

*

nella camera obscura di brunnellischi: proprio nel momento che

la lente si allarga e tiene a battesimo la cosa,

*

svolazza uno straccio

sulla finestra al vento,

che si affretta lungo l’arno.

*

sciocchezza quella della prospettica, sopra- e subordinante

sintassi, styx, nella frase sui confini delle parole giungono

*

gli oggetti,

immagini, contorni

correnti,

*

in finito regresso, cambio di prospettive, fuga di pensieri,

e puntualmente la posizione, in situ, li distende:

*

sozza mistura

dell’ombre,

*

che i lettori ora tingono dei loro ricordi,

venimmo al punto dove si digrada ...

*

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Ma qui tacer nol posso: (Dante, Divina Comedia, Inferno, Canto XVI, v. 127)

perspectivae del monte: Guidobaldo Marchese del Monte (1545-1607). Perspectivae libri sex del matematico, fisico e astronomo originario di Pesaro, è una delle opere principali sulla prospettiva del tardo medioevo alla quale fa riferimento anche il suo protetto Galilei, e al cui interno si tratta per la prima volta l’argomento del punto di fuga.

brunelleschis camera obscura: Filippo Brunelleschi (1377-1446) si è occupato molto della rappresentazione bidimensionale della prospettiva costruendo a tale scopo una tavoletta con specchio, in cui si guardava da un foro e con la quale egli cercava di dimostrare che l´immagine del battistero di Firenze che aveva dipinto, ponendosi da un determinato punto del battistero, non era distinguibile, ad un raffronto (reso possibile dall’estrazione dell’immagine) dalla veduta reale.

(Vedi anche il saggio di Paul Feyerabend: Brunelleschi and the Invention of Perspective, in Conquest of Abundance, Chicago, London 1999)

sozza mistura dell’ombre (Ibid. Canto VI, v. 100)

venimmo al punto dove si digrada (Ibid. Canto VI, v. 114)

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